Dialoghi inversi

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Nell’anfiteatro vuoto, tre lettere si disegnano: A, B e C.
A prima vista sembrano ingenue, infantili, come i primi passi dell’alfabeto. Ma se ci si sofferma, un’ombra sottile appare dietro di loro: l’ombra dell’incertezza.
Perché A, B e C non sono soltanto segni scolastici o matematici. Sono voci e coscienze frammentate. Queste voci si incrociano, si contraddicono e si completano.
Il loro dialogo inverso non è una lezione. È uno specchio di ciò che tutti portiamo dentro. Dentro di noi c’è la certezza di imparare. C’è anche il dubbio di non sapere mai del tutto.